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Comune di Castel Colonna
Castel Colonna: informazioni turistiche
CENNI GEOGRAFICI
Castel Colonna è un comune italiano di 1.069 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.Fino al 1921, quando assunse il nome attuale, si chiamava Tomba di Senigallia. Il territorio del comune risulta compreso tra i 24 e i 236 metri sul livello del mare.L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 212 metri.
CENNI STORICI
Frequentato fin da epoca molto antica dai piceni, l'attuale centro di Castel Colonna era chiamato anticamente Tomba di Senigallia. Cambiò in seguito più volte nome, sulla spinta del susseguirsi degli eventi storici (Gastelanica, Vico Vittoria e Castel Vittoria), per assumere, nel 1921, l'attuale denominazione in onore di Vittoria Colonna, nipote di papa Martino V e sposa di Carlo Malatesta, qui vissuto nella prima metà del Quattrocento. Una Tomba con distretto territoriale, espresso dai termini "corte e curia", compare in un instrumento di enfiteusi stipulato il 4 marzo 1246 fra il monastero di Fonte Avellana ed un cittadino di Senigallia. Il territorio soggetto alla corte di Tomba era vasto e si estendeva tra Montagnano e Roncitelli. Di castello di Tomba si parla invece espressamente in una bolla di Bonifacio VIII del 16 aprile 1300, diretta appunto ai "figli, università e uomini del castello di Tomba", nella diocesi di Senigallia. Nella relazione del cardinale Albornoz (1358), che recuperò queste terre alla Chiesa, Tomba figura come uno dei castelli di Senigallia, di cui prese possesso, per parte della Chiesa stessa, il vescovo di Senigallia Ugolino Federicucci. Gregorio XI con bolla del 24 maggio 1377 accolse la richiesta della "universitas" di Tomba di staccarsi da Senigallia, costituendola in feudo sotto il diretto dominio della Santa Sede e organizzandola in vicariato. Tale concessione fu confermata da Bonifacio IX con bolla del 16 aprile 1394. In seguito Tomba entrò a far parte della signoria dei Malatesta, ai quali Bonifacio IX nel 1399 aveva confermato, fra le altre, la signoria di Senigallia. Martino V, nel 1430, concesse a Carlo Malatesta Senigallia ed il suo territorio. Il castello di Tomba, unitamente ad altri centri fortificati, fu dato in feudo, quattro anni dopo, alla di lui moglie Vittoria Colonna, alla quale si deve la costruzione della porta turrita del castello di Tomba. Alla morte di Vittoria Colonna (1458) Tomba passò sotto il governo di Sigismondo Malatesta. Dopo la sconfitta di quest'ultimo al Cesano, nel 1462, ad opera delle truppe pontificie guidate da Federico Montelfeltro, i territori soggetti alla sua signoria vennero riconsegnati al papa, che il 28 novembre 1463 concesse Senigallia ed il suo territorio al nipote Antonio d'Aragona De' Piccolomini. Il 28 dicembre 1474 il pontefice Sisto IV ne investì il nipote Giovanni della Rovere, col titolo di duca. Costui, nel 1475, con l'emanazione del relativo statuto, istituì una circoscrizione giudiziaria comprendente oltre alla comunità di Tomba, che ne fu capoluogo, quelle di Ripe e Monterado. Tale circoscrizione prese il nome di Commissariato. Con questa identità territoriale, nonché giuridico-amministrativa, Tomba entrò a far parte del ducato d'Urbino, insieme alle altre terre dei della Rovere, quando questi ultimi salirono al trono del ducato nei primi anni del Cinquecento, essendosi estinto il casato dei Montelfeltro. Nel 1530 i tre castelli di Tomba, Ripe e Monterado furono concessi in feudo ad Ambrogio Landriani sino al 1575, quando, essendo la famiglia priva di eredi, il Commissariato di Tomba rientrò nel dominio diretto del duca d'Urbino. Un'ulteriore infeudazione di Tomba, Ripe e Monterado a favore del marchese Giulio della Rovere avvenne nel 1626, sino alla devoluzione del ducato di Urbino alla Santa Sede (1631). In quell'occasione sul territorio del ducato fu inviato a governare un cardinale legato. Per tutto il restante periodo di antico regime Tomba si configurò come centro della Legazione di Urbino e Pesaro e capoluogo dell'omonimo Commissariato. Nell'epoca prenapoleonica la comunità di Tomba fu governata da più organismi, sia collegiali che individuali, che si occupavano dell'amministrazione dei vari settori della cosa pubblica. L'organo deliberativo era il consiglio generale, composto di 18 membri, che avevano l'obbligo di riunirsi in assemblea alla presenza del commissario, ogni volta che vi fossero stati convocati dall'esecutivo. A metà del sec. XVII è attestata la separazione dei consiglieri in tre gradi, ciascuno dei quali forniva un priore, cioè uno dei membri dell'organo esecutivo. Il capo priore, ossia il capo dell'esecutivo, nel sec. XVIII ebbe nome di gonfaloniere. L'elezione dell'esecutivo, che rimaneva in carica due mesi, avveniva per estrazione dei nominativi da un apposito contenitore, detto bussolo. Dal novero dei consiglieri erano inoltre nominati, sempre mediante il sistema dell'estrazione bussolare, i revisori, col compito di attuare i controlli contabili sull'operato degli ufficiali comunali che avessero maneggiato denaro pubblico, da attuarsi al termine del rispettivo mandato. Relativamente all'attività finanziaria e contabile, era prevista la figura del "sindico", eletto annualmente o riconfermato nella seduta consigliare di inizio anno, con il compito principale di esattore delle tasse, ma anche di cassiere della comunità. Al controllo dell'amministrazione della cosa pubblica, inoltre, era preposto dall'autorità superiore un dottore in legge con il titolo di commissario. Nel 1797, in seguito all'occupazione dei centri amministrativi della Legazione apostolica di Urbino e Pesaro da parte delle truppe francesi, Tomba giurò fedeltà alla Repubblica francese. Nel 1798, sollecitata dalla municipalità di Senigallia, aderì a quest'ultima e ne seguì le sorti sino ad entrare nella Repubblica romana. Nella distrettuazione di quest'ultima, l'intero Commissariato di Tomba fu compreso nel distretto di Senigallia ed iscritto nel IV cantone di Corinaldo. Con la prima restaurazione (giugno del 1799) tornarono i precedenti ordinamenti pontifici, ma nell'aprile del 1808 le Marche e con esse Tomba furono unite al regno napoleonico. Nel 1816 il comune di Tomba, unitamente ai comuni di Monterado, Ripe e appodiati, venne compreso nella Delegazione di Pesaro e Urbino, ed iscritto nel governo distrettuale di Senigallia. Con l'unità d'Italia Tomba entrò a far parte della provincia di Ancona e fu compreso nel XIV mandamento di Senigallia. Negli anni successivi al nome di Tomba venne unita la specifica di Senigallia, ma l'antico nome di Tomba fu definitivamente mutato, come già accennato, con r.d. n. 1698 dell'8 novembre 1921.
DA VISITARE
Piccolo centro storico su uno sperone naturale, l'elemento saliente di Castel Colonna è Torre Vittoria Colonna, una bella porta bastionata in laterizio, merlata, del XIII secolo, che conserva all'interno una lapide del 1457. Nel paesaggio agricolo è ancora possibile notare tracce delle tradizionali tecniche di coltivazione e allevamenti di bovini allo stato brado. Da segnalare un bel tratto di strada lungo il Fosso della Bruciata, al confine con il territorio del comune di Senigallia e infine la chiesa parrocchiale di San Mauro Abate. Degni di nota gli scorci panoramici dalla zona Croce, la collina di Montesalvatello e il Poggio di Francavilla.
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