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Ancona : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diAncona.

Comuni

Comune di Ancona

Ancona: informazioni turistiche

CENNI GEOGRAFICI
Ancona è una città dell'Italia centrale di 102.477 abitanti abitanti ed è uno dei principali porti d'Italia; è posta sul Mare Adriatico. È capoluogo della regione Marche e dell'omonima provincia. Città d'arte con un centro storico ricco di monumenti e con una storia millenaria, è uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione. Protesa verso il mare, la città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio e per questo motivo chiamarono la nuova città ?????, "ankon", che in greco significa gomito. L'origine greca di Ancona è ricordata dall'epiteto con la quale è conosciuta: la "città dorica". Territorio Il litorale La città possiede varie spiagge, sia di costa alta sia di costa bassa. Tra quelle del primo tipo la più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa (uno dei simboli della città) e lo scoglio del Quadrato, molto apprezzato per la possibilità di tuffarsi nell'acqua profonda. Altre spiagge rocciose si susseguono dal Passetto verso Sud, tutte raggiungibili percorrendo ripidi sentieri che scendono lungo le rupi; in esse non ci sono stabilimenti balneari. Si deve ricordare almeno la lunga spiaggia libera di Mezzavalle, di breccia fine. La più nota spiaggia della costa alta anconitana è Portonovo, posta sotto Monte Conero, con tipici sassi bianchi e arrotondati, bordata di boschi e sede di alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari. A Nord del porto la costa è invece bassa; in questa zona è da ricordare la spiaggia attrezzatissima di Palombina, sabbiosa, di carattere urbano e con un'aria vivacemente popolare, in vista del golfo dorico e bordata dalla linea ferroviaria. Il territorio cittadino è caratterizzato da un'alternanza di fasce collinari e di vallate. Colline e vallate Dal punto di vista orografico il territorio urbano è contraddistinto da un'alternanza di fasce collinari e di vallate. La fascia di colline più settentrionale, affacciata direttamente sul mare, comprende il colle Guasco, sul quale svetta il Duomo, il colle dei Cappuccini con il Faro ed infine monte Cardeto, con le sue fortificazioni immerse nel verde del parco omonimo. Più a Sud si trova la vallata un tempo detta Piana degli Orti, oggi attraversata dai tre corsi principali e dal Viale della Vittoria. A Sud di questa vallata c'è poi la seconda fascia collinare, con il colle Astagno, sul quale sorge la Cittadella, un grande polmone verde all'interno della città, il colle di Santo Stefano, con il parco del Pincio, monte Pulito, con la sede dell'Ammiragliato, monte Pelago, con il piccolo osservatorio astronomico, ed infine il monte Santa Margherita, a picco sul mare, occupato nelle sue pendici Nord dal parco del Passetto. La vallata che si trova ancora a Sud è costituita da Valle Miano e dal Piano San Lazzaro, occupato dal quartiere omonimo, il solo pianeggiante della città. Ancora a Sud si estende la fascia di colline periferiche e infine la vallata dei Piani della Baraccola. La città di Ancona sorge nella costa dell'Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali di monte Conero o monte d'Ancona (572 m s.l.m.). Questo promontorio dà origine ad un golfo, il Golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. Ad Ancona si vede sorgere il sole dal mare, come in tutta la costa adriatica, ma è l'unica città in cui si può vedere sul mare anche il tramonto, visto che, grazie alla forma a 'gomito' del suo promontorio, è bagnata dal mare sia ad est che ad ovest. Ancona è caratterizzata anche dalla posizione a picco sul mare, dai parchi semi-urbani ben conservati e dai pittoreschi dintorni della costa alta del Conero. I rioni storici, arrampicati su varie colline, si affacciano sull'arco del porto come intorno al palcoscenico di un teatro. Dal suo porto partono ogni anno circa un milione di viaggiatori diretti soprattutto in Grecia e Croazia, ma anche in Albania, Turchia e Montenegro; è infatti il primo porto adriatico per numero di imbarchi, e uno dei primi per le merci.
CENNI STORICI
I primi insediamenti dell’anconetano risalgono all’età bronzo. In un momento imprecisato della successiva età del ferro, giunsero in zona i Piceni, provenienti dalla Sabina, e vi fondarono un villaggio. Nel 387 a.C. un gruppo di Greci di stirpe dorica - esuli da Siracusa - furono attratti dal grande porto naturale del Cumerio, e qui fondarono la città sul colle Guasco. I greci siracusani portarono un soffio di più progredita civiltà; sorsero edifici maestosi e furono costruite mura di difesa attorno alla città. Ancona comincia a farsi temere; agguerrita e popolosa, respinge l'invasione dei Galli Senoni. Non potrà però respingere le legioni romane, che nel 276 a.C. conquistano la regione. Ancona - alleata dei Romani contro Galli e Sanniti - attraversa un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana, ma dal 113 a.C. è città romana a tutti gli effetti. Per Roma, Ancona fu l'accesso d'Italia da Oriente e quindi la sede naturale dei commerci con l’est. Comprendendo l'importanza strategica e commerciale di Ancona, Traiano fortificò la città e ne ampliò il porto. Alla caduta di Roma, la città respinse le orde di Alarico e - dopo un breve dominio di Eruli e Goti - parteggiò per Bisanzio, che la difese dai Goti di Vitige (539) e di Totila (551). Ancona entrò a far parte della Pentapoli marittima, assieme a Senigallia, Fano, Pesaro e Rimini. Dopo un breve periodo di dominio longobardo, nel 774 la città passò allo Stato Pontificio. Istituito il Sacro Romano Impero, la città fu posta a capo della Marca di Ancona, che - dopo aver assorbito Camerino e Fermo - comprendeva quasi tutta l'odierna regione Marche. Alla fine del XII secolo Ancona è libero comune e repubblica marinara. Si scontrò così sia con il Sacro Romano Impero, che tentò ripetutamente di ristabilire il suo effettivo potere, sia con Venezia, che non accettava nell'Adriatico la concorrenza di un'altra città marinara. Ancona era una repubblica forte: nel 1137 respinse l'imperatore Lotario II e nel 1167 il Barbarossa. Nel 1174, quando il Barbarossa inviò ad Ancona il suo luogotenente, l'Arcivescovo Cristiano di Magonza, per sottomettere la città, Ancona fu nuovamente vittoriosa. Nel 1195 l'imperatore Arrigo dichiarò Marchese di Ancona Marcualdo: pochi anni dopo ritroviamo la città indipendente. Nel 1208 Innocenzo III la dette in feudo ad Azzo VI d'Este, affinché la governasse in nome della Chiesa. Ottone gli mandò contro, vittoriosamente, Pietro di Celano favorito dagli anconetani, ma il pontefice ottenne la rivincita con Aldobrandino d'Este. Ancona rifiutò di ubbidire sia a lui, sia al Papa, finché colpita dall'interdetto di Gregorio IX, acconsentì a pagare nuovamente un censo annuo (1223). Combatté in campo aperto, e con esito sfortunato, i soldati di Federico II e quelli di Manfredi. Più tardi partecipò, con i d'Angiò, alla battaglia di Benevento. Nel 1348, dopo la peste e un terribile incendio, cadde in potere dei Malatesta, dai quali fu liberata nel 1355, ma per finire in mano dell’Albornoz, ossia della Chiesa, dalla quale si riscattò nel 1383. Nel 1414 Galeazzo Malatesta penetrò, di sorpresa, in Ancona, ma fu respinto. Più tardi Francesco Sforza, non potendo ottenerne il possesso, ne accettò l'alleanza e il contributo annuo di 3486 ducati d'oro. Invano la appetirono il Re di Napoli e, nel secolo successivo, Cesare Borgia e Giovanni delle Bande Nere. Ancona aveva temuto anche di Pio Il, che qui venne nel 1464 e qui morì, nell'episcopio. La città rimase indipendente fino al 20 settembre 1532, giorno in cui se ne impadronì il vescovo guerriero, B. Della Barba, sicario di Clemente VII, che l'aveva venduta al cardinale di Ravenna, Benedetto Accolti, per 19.000 ducati d'oro. L'Accolti la tiranneggiò: decimò la nobiltà anconetana, complice il Pontefice, che ne confiscava i beni. Paolo III restituì alla città parte dei privilegi (1540), ma non l'indipendenza. Inoltre essa dovette pagare annualmente alla Regia camera apostolica 5200 ducati d'oro. Con la scoperta dell'America, e la caduta di Costantinopoli in mano turca, il centro dei commerci si spostò dal Mediterraneo all'Atlantico e per le città marinare italiane iniziò una recessione che durò per tutto il Seicento. Ad Ancona, l’economia cominciò la ripresa solo con papa Clemente XII, che nel 1732 concesse il porto franco. Nel 1797 Napoleone occupò la città e proclamò la Repubblica Anconetana, che nel 1798 fu annessa alla prima Repubblica Romana. Dopo la caduta di Napoleone, Ancona tornò a far parte dello Stato Pontificio (1815). Il dominio francese aveva lasciato nella città idee rivoluzionarie di libertà, e questo permise la diffusione della Carboneria. Ancona partecipò ai moti del 1831-33 che furono repressi con processi e condanne a morte. Al termine della Prima guerra d’indipendenza, nel 1849, Ancona si dichiarò libera dal dominio pontificio e appartenente alla (seconda) Repubblica Romana. Il Papa allora chiamò gli Austriaci per riprendere il possesso delle sue terre. Come Venezia e Roma, Ancona per settimane resistette all'assedio austriaco, tanto eroicamente da ottenere la medaglia d'oro al valor militare. Gli Austriaci, sconfitti dall'esercito sardo a Castelfidardo, si rifugiarono in Ancona per tentare l'ultima difesa dei territori pontifici: Ancona era ormai l'ultimo baluardo. Il 29 settembre 1860 le truppe dei generali Cialdini e Fanti entrarono vittoriose in città. Nel novembre dello stesso anno un plebiscito ufficializzò l'ingresso di Ancona Marche e Umbria nel Regno d'Italia. Subito Ancona assunse un ruolo militare notevole nella compagine difensiva del giovane regno: fu una delle cinque piazzeforti di prima classe, insieme a Torino, La Spezia, Taranto e Bologna. Momenti che la videro alla ribalta nazionale furono nel 1914 la Settimana Rossa e nel 1920, durante il biennio rosso, la Rivolta dei Bersaglieri. Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale Ancona, a causa della sua importanza strategica, subì numerosi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, il 1° novembre 1943 fu uno dei giorni più tragici della storia anconetana: in pochi minuti duemilacinquecento persone persero la vita. Finalmente, il 18 luglio 1944, la città fu liberata dai tedeschi.
DA VISITARE
Architetture religiose I più importanti edifici religiosi della città sono: Duomo di San Ciriaco, svettante sul vertice del promontorio, uno dei simboli della città Chiesa di Santa Maria della Piazza, capolavoro di arte romanica Chiesa di San Francesco alle Scale (portale di Giorgio da Sebenico del 1454, interno del XVIII secolo) con i dipinti di Lorenzo Lotto, Andrea Lilli e di Pellegrino Tibaldi Chiesa di Santa Maria di Portonovo, situata nella contrada di Portonovo, è una chiesa romanica importante per la Storia dell'Arte a causa della sua pianta singolare; è costruita in posizione suggestiva sotto Monte Conero e quasi sulla spiaggia Chiesa del Santissimo Sacramento (interno del XVIII secolo di Francesco Ciaraffoni, con statue di Gioacchino Varlè) Chiesa del Gesù (1743), di Luigi Vanvitelli la sinagoga di via Astagno il Campo degli Ebrei (XV - XIX secolo), ampio e antico cimitero israelitico panoramicamente situato nei pressi dell'orlo della falesia; Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa, detta degli Scalzi (XVIII secolo), a pianta centrale, con la grande cupola ricoperta di rame che domina il panorama della città. Chiesa di San Domenico (Carlo Marchionni, 1763), che conserva dipinti di Guercino e del Tiziano Inoltre sono interessanti: Chiesa di Santa Maria della Misericordia Chiesa di San Francesco d'Assisi, detta dei Cappuccini, eretta su disegno di Frà Angelo da Cassano d'Adda, con pale d'altare e decorazioni interne di Frà Paolo Mussini Santa Maria Liberatrice,la piccola chiesa cinquecentesca in Piazza Padella (Piazza Posatora), di pianta circolare, eretta per voto popolare dal Comune (come testimonia il civico stemma in pietra sopra la porta d'ingresso) in ringraziamento per la cessata epidemia di peste Chiesa di San Biagio Chiesa di San Giovanni Battista, con i dipinti di Andrea Lilli e di Federico Zuccari Chiesa della Santissima Annunziata, dall'interno ottocentesco, recentemente concessa alla locale comunità rumena ed adibita di conseguenza al rito cristiano-ortodosso Chiesa di San Gregorio Illuminatore, dismessa, dalla facciata e la particolare ubicazione Chiesa della Sacra Famiglia Chiesa del Sacro Cuore Chiesa di Santa Maria delle Grazie Chiesa di Santa Croce Si segnala, per motivi di completezza, la presenza di resti di edifici distrutti dalla guerra o da cambi di destinazione: chiesa di Sant'Agostino dal portale gotico-rinacimentale (1460) unico resto della sua costruzione ex chiesa di San Giuseppe degli Scolopi chiesa di San Pietro resti (base dell'abside) chiesa di San Giacomo i resti della settecentesca costruzione ex chiesa di San Francesco ad Alto, attualmente con l'ex convento ridotta in sede di un ente militare. Architetture civili Per approfondire, vedi la voce Categoria:Palazzi di Ancona. Le più importanti costruzioni civili dal punto di vista storico-artistico sono: arco di Traiano (Apollodoro di Damasco, 115 d.C.) Palazzo del Senato, dalla facciata romanica del (XIII secolo) Palazzo degli Anziani, gotico del 1250, con l'imponente prospetto verso il porto che lo rendono quasi un grattacielo medievale, ha la facciata principale rifatta nel Seicento; nel Medioevo era sede del libero Comune Palazzo Benincasa, costruito nel XV secolo in stile gotico. Loggia dei Mercanti, gotica del 1451 (Giorgio da Sebenico, con l'interno decorato nel XVI e nel XVIII secolo Palazzo del Governo, rinascimentale (Francesco di Giorgio Martini, 1484), con la sua Torre civica Palazzo Ferretti, tardo rinascimentale (1560), sede del Museo archeologico nazionale delle Marche, progettato e affrescato da Pellegrino Tibaldi, con dipinti anche di Taddeo e Federico Zuccari Palazzo Bosdari del XVII secolo, oggi sede della Pinacoteca civica. Lazzaretto, costruito da Luigi Vanvitelli nel 1733 su un'isola artificiale pentagonale da lui stesso realizzata all'interno del porto larco Clementino (Luigi Vanvitelli, 1733) Teatro delle Muse, neoclassico Palazzo delle Poste (Guido Cirilli, 1926) Palazzo del Comune (Amos Luchetti Gentiloni, 1931) che conserva la grande tela del Giuramento degli Anconitani (Francesco Podesti, 1850) Mercato delle Erbe, architettura di ghisa e vetro in stile liberty del 1926, che ancora accoglie un affollato e caratterisitico mercato; si affaccia sul tratto di Corso Mazzini che ospita l'altrettanto caratteristico mercato delle bancarelle monumento ai caduti, al Passetto, (Guido Cirilli, 1932), monumento relativamente recente, eppure diventato in breve uno dei simboli della città Sede della Regione Marche, di Vittorio Gregotti, notevole esempio di architettura contemporanea costruita in armonia di volumi e di materiali con la vicina Cittadella Inoltre si segnala la presenza dei seguenti edifici: Domus gentilizia di palazzo Camerata Villa Favorita, di influenze vanvitelliane, recentemente restaurata dopo decenni di abbandono ed attuale sede di rappresentanza dell'ISTAO Palazzo Jona, settecentesco, a cui lavorò lo stesso Vanvitelli Palazzo Ajò, settecentesco, esempio di dimora ebraica del ceto benestante Palazzo Malacari, la settecentesca dimora nobile in un rione popolare Palazzo Cresci Antiqui, settecentesco (con notevoli resti precedenti) Villa Ferretti, unica costruzione superstite dell'allora Piana degli Orti, ora sede del ristorante "Giardino", attribuita al Sangallo Architetture militari Porta Pia (Filippo Marchionni, 1787); la Cittadella (Antonio da Sangallo il Giovane, 1532), Campo Trincerato, adiacente alla Cittadella, ora adibito a parco pubblico caserma Villarey, riconvertita a sede della Facoltà di economia del Politecnico delle Marche (1868) Forte Cardeto (1798) e la polveriera Castelfidardo (1866) Torre di Guardia ed il Fortino Napoleonico a Portonovo nei dintorni sono interessanti i castelli di Ancona: Sirolo, Numana, Falconara, Offagna, Agugliano, Polverigi, Cassero, Paterno, Gallignano, Montesicuro, Poggio, Massignano, Varano, Rocca Priora, Castel d'Emilio. In particolare vanno segnalate le fortificazioni di Rocca Priora, Castel d'Emilio, Sirolo e Offagna, con una rocca ben conservata, costruita su un colle panoramico dagli anconitani nel XV secolo per difendere il loro territorio. Ora Offagna, come altri castelli di Ancona, è comune a sé. Piazze, strade e altri luoghi urbani Via XXIX Settembre - passeggiata affacciata sulle banchine portuali, dalla quale si ha una bella vista sugli arrivi e sulle partenze delle navi; da questa via si può ammirare uno dei più classici panorami della città, dominato dal Duomo e dal Faro che si specchiano sul mare e dominano dall'alto i vecchi rioni arrampicati sui colli del Guasco e dei Cappuccini. Piazza del Papa - Questa piazza, ufficialmente detta del Plebiscito, è il cuore dei rioni più antichi della città; vi si trova la statua di Clemente XII (Agostino Cornacchini, 1738), il Palazzo del Governo, la chiesa di San Domenico e la Torre civica (1581); numerosi tavolini di bar all'aperto permettono di godere dell'atmosfera della piazza sorseggiando bibite. Piazza del Teatro - Questa piazza, ufficialmente detta "della Repubblica" è il punto di unione tra centro e porto; vi si ammira uno scorcio delle banchine, con i traghetti in partenza per la Grecia e i paesi balcanici; vi si affaccia il prospetto principale del Teatro delle Muse (Pietro Ghinelli, 1821). Pineta del Passetto - Affacciata sul mare, da essa si può ammirare un bel panorama sulla costa alta; lo sguardo spazia fino a Conero e ai lontani scogli delle Due Sorelle; dalla Pineta si può raggiungere la riva del mare percorrendo la scalinata del Monumento ai caduti oppure servendosi di un ascensore panoramico. costa rocciosa del Passetto - È caratterizzata da grandi scogli pittoreschi e dalla presenza, alla base delle rupi, di caratteristiche grotte, scavate dai pescatori fin dalla metà dell'Ottocento per usarle come ricovero per le barche. Viale della Vittoria, con begli esempi architettonici degli anni venti e trenta. Corso Garibaldi o Corso Nuovo, Piazza Roma e Piazza Cavour (1865-1868), esempi di urbanistica post-unitaria Corso Mazzini o Corso Vecchio, che comprende un tratto di origine medievale sinuoso e pittoresco ed un tratto ottocentesco, rettilineo ed occupato da un amatissimo mercato di bancarelle; alla metà circa del Corso Vecchio sorge la Fontana delle Tredici Cannelle. Fontana del Calamo o delle Tredici Cannelle (Pellegrino Tibaldi, 1560). Secondo la tradizione chi deve partire ed ha bevuto l'acqua di questa fontana si assicura il ritorno in città. Piazza Roma, tradizionale luogo di incontro, con la fontana dei Cavalli (Lorenzo Daretti, 1758) via del Comune (Via Pizzecolli), antica e caratteristica salita verso il Duomo, che ogni tanto si apre verso il porto con scorci panoramici via ad Alto, suggestiva scalinata che risale a margine del vecchio ghetto e arriva di fronte all'ex chiesa di San Francesco ad Alto il belvedere di Capodimonte (nei pressi di Piazza del Forte), il miglior punto di osservazione per vedere l'isola pentagonale del Lazzaretto il Molo mord, da percorrere fino alla Lanterna Rossa, interessante per la presenza del forte dell'antica Lanterna (1774) e soprattutto per il panorama sul porto e sulla città il Ghetto ebraico, con le sue strade strette che si arrampicano sul Colle Astagno il Faro vecchio (1859), in un contesto panoramico e naturale davvero suggestivo di un certo interesse sono le pesche di Torrette, ovvero delle casette in legno sospese sul mare per mezzo di pali, che una volta servivano per la pesca di passo: versioni locali del trabucco del medio-basso adriatico Siti archeologici arco di Traiano, uno dei simboli della città, non si può considerare inserito in una area archeologica, in quanto esso è sempre stato visibile durante i secoli. anfiteatro romano (I secolo d.C.), con annessi spazi termali dai quali affiorano mosaici con epigrafe. Alcuni settori dell'anfiteatro sono ancora oggetto di scavi e dunque sono di difficile lettura per il profano. La zona dell'ingresso principale, visibile da Piazza del Senato, è invece godibile da tutti. Si segnalano inoltre le seguenti altre zone: resti delle mura ellenistiche (Colle Guasco) (IV - III secolo a.C.) resti del tempio ellenistico - romano dedicato alla dea Venere (sottostante Duomo S. Ciriaco) (I secolo a.C.) resti di tombe ellenistico - romane (C.so Matteotti) (I secolo d.C.) resti del foro romano (basamenti di colonne) (P.zza del Senato- Via Ferretti) (I secolo d.C.) resti dei magazzini del porto romano (Lungomare Vanvitelli) (II secolo d.C.) resti delle mura romane (Lungomare Vanvitelli) (II secolo d.C.) resti di strade romane in basolato (Via degli Orefici, C.so Mazzini) (II secolo d.C.) resti di impianto industriale romano (porporificio) con piscina (III secolo d.C.) e necropoli paleocristiana (P.zza Pertini - parcheggio sotterraneo) peristilio di un edificio romano (Vicolo Orsini, Via Matas) (I - II secolo d.C.) resti di una domus romana affioranti sotto il palazzo della Corte d'Appello (C.so Mazzini) (I - II secolo d.C.) resti della cosiddetta casa del Capitano del porto (Lungomare Vanvitelli) (XII secolo d.C.) Si segnalano inoltre reperti archeologici di notevole pregio: monete del periodo ellenistico con marchio "ankon" (IV - III secolo a.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche) lapide funeraria del periodo ellenistico (III - II secolo a.C.) (Museo della Città) frammento di capitello corinzio del tempio di Venere (I secolo a.C.) (Museo Diocesano di Ancona) testa della statua dell'Imperatore Augusto (analoga al reperto Augusto di via Labicana) (I secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche) affreschi in stile pompeiano provenienti da domus romana di Via Fanti (I - II secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche) mosaico con figure animali rinvenuto in Corso Garibaldi - Galleria Dorica (I - II secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche) affresco raffigurante Oceano rinvenuto in Corso Garibaldi (I - II secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche) Aree naturali Il Parco del Conero Sirolo vista verso sudParte del territorio di Ancona rientra all'interno del Parco regionale del Conero, caratterizzato da ampi boschi sempreverdi di macchia mediterranea, da scogliere a picco sul mare, da spiagge raggiungibili solo a nuoto, da una campagna di alto valore paesaggistico e ricca di prodotti tipici, come la lavanda, il miele, l'olio, i legumi. Se da una parte il parco ha senz'altro fornito uno strumento di tutela della zona, d'altro canto ha provocato una valorizzazione economica di tutte le case coloniche, che si stanno trasformando in ville suburbane, con inevitabili conseguenze negative sulla fruibilità pubblica delle aree naturali e sulla stessa permanenza dei valori naturalistici. Sono ormai tipici i casi di chiusura di sentieri o della loro trasformazione in strade carrabili (anche sugli itinerari ufficiali del Parco), di distruzione della vegetazione per realizzare giardini privati, di istallazione di recinzioni che di fatto rendono inaccessibili aree verdi che da sempre erano di libero accesso, e ciò vale anche per zone di gran valore panoramico e naturalistico come quelle situate sul ciglio della falesia. Si deve purtroppo registrare una nota dolente per ciò che riguarda la fruizione del parco: la decisione dell'amministrazione comunale e della Capitaneria di Porto di chiudere, per motivi di sicurezza, tutti i sentieri che conducono al mare, compreso quello delle Due Sorelle. Di fatto oggi, quindi molte delle zone del Parco più caratteristiche ed importanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico sono precluse alla visita di turisti ed abitanti. La preoccupazione per la sicurezza sembra eccessiva alle associazioni naturalistiche, che ricordano che, seguendolo stesso criterio, si dovrebbero chiudere al pubblico tutte le coste alte e le zone montuose d'Italia, soggette agli stessi tipi di rischio. È a rischio lo stesso rapporto con il mare, che è una delle caratteristiche più importanti del Parco del Conero. Da anni è in discussione al Ministero dell'Ambiente l'ipotesi di istituire un parco marino nel mare che bagna il Parco del Conero, motivata dalla presenza di fondali di grande ricchezza naturalistica: madrepore, gorgonie non sono certo comuni in Adriatico. In una costa così frequentata e nella quale il rapporto con il mare è intenso ed antico, si dovrà tutelare la zona senza impedire gli usi tradizionali e innocui per la natura, come la balneazione, la nautica a vela o a remi e la piccola pesca amatoriale I giardini e i parchi urbani La città è ben dotata di parchi, tipicamente panoramici perché posti sulle parti più alte delle colline. Direttamente sulla costa alta si trovano i seguenti parchi: il Parco del Cardeto, il più vasto della città (circa 35 ettari) è caratterizzato da numerose testimonianze storiche e da una elevata naturalità. il Parco del Passetto, con piscina e sentiero che conduce al mare. Sulla dorsale collinare interna si trovano: il Parco della Cittadella, cinto dalle mura del Campo Trincerato e ancora mancante dell'area fortificata che gli ha dato il nome; il Pincio, piccolo, ma di grande importanza storica dato che è il più antico della città, ricordando anche nel nome la presa di Roma del 1870; Nei quartieri periferici si ricordano soprattutto: il Parco Belvedere, a Posatora (affacciato sul porto turistico) il Parco Unicef, a Montedago, recentissimo, ma con un certo valore paesaggistico. il Parco dell'ex Crass, al Piano San Lazzaro, che fu fondato nel 1901 come giardino dell'Ospedale Psichiatrico, ha gli alberi più rigogliosi della città, dato che da molti anni sono risparmiati dalle potature: magnolie, tassi, platani, tigli, lecci sono dei veri monumenti naturali. È interessante anche per l'organizzazione degli spazi in grandi cortili verdi collegati da porticati coperti da capriate in legno. Questi camminamenti rendono il parco visitabile anche con la pioggia. Nonostante la presenza della sede del Corpo Forestale dello Stato, ci si deve rammaricare per una preoccupante diffusione di gravi fitopatologie, specie sui tassi e sugli ippocastani. Alcuni cittadini si lamentano per le mancate potature dei pioppi, con la conseguente eccessiva produzione di semi che con i relativi "pappi" provocano problemi ai soggetti sofferenti di allergia. Il Parco degli Ulivi, che occupa un vecchio uliveto, è situato tra i quartieri di Collemarino e Palombina. Tra i giardini storici si ricorda: Villa Santa Margherita, nella zona del Passetto, (nota anche con i nomi di Villa Almagià e di Villa Gusso); nata nel 1889, è organizzata come un giardino romantico, con eleganti elementi architettonici, splendide palme, ippocastani, tassi e uno singolare viale di tigli potati a candelabro. Negli ultimi anni sono stai eliminati tutti i grandi vasi di agrumi che d'inverno trovavano ricovero nell'aranciera; potature malfatte hanno favorito l'insorgere di fitopatologie specie nel viale di tigli, che ha subito abbattimenti notevoli, senza alcuna sostituzione; i perimetri delle aiuole, prima realizzati in cristalli di gesso, come tradizione della città, sono stati sostituiti con cordoli di pietra bianca completamente inadatti. Unica nota positiva il restauro dell'aranciera e del belvedere. I viali cittadini più importanti sono: Corso Carlo Alberto, via Giordano Bruno, via Torresi, via Tavernelle, via Marconi, viale Leonardo da Vinci, tutti alberati a platani. Il Viale della Vittoria, apprezzatissima passeggiata cittadina, è nel complesso la strada alberata nelle condizioni migliori: potature rispettose, piazzole ampie, manutenzione costante. Le piazze alberate storiche sono Piazza Cavour, Piazza Cappelli e Piazza Stamira; sono nate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso, ed ancora conservano i caratteri originali. Tra questi, la presenza di palme di varie specie. Nei pressi della frazione di Gallignano si trova la selva di Gallignano, interessante lembo di bosco collinare scampato nei secoli passati alla messa a coltura; è sede dell'Orto Botanico dell'Università di Ancona. Il Parco - Zoo di Falconara A 10 km dal centro città, nel limitrofo comune di Falconara M.ma, in zona Barcaglione, sorge il Parco Zoo, un'area verde di 60000 km attrezzata con numerosi animali esotici ed annesso bar-ristorante.

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